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Asparago, è ora di cogliere il momento favorevole

asparagi

Sono 168.118 gli ettari coltivati ad asparagi in tutto il mondo, con Cina, Germania, Messico e Perù che dedicano più superficie delle altre nazioni a questa coltura. La Cina ha la maggiore area di produzione, con 65.000 ettari. Il 95 per cento della produzione totale di asparagi della Cina è destinata all’industria della trasformazione (asparagi in scatola), visto che la logistica per servire il mercato del fresco non è molto sviluppata.

La richiesta mondiale di asparago sta aumentando e l’Italia potrebbe cogliere il momento favorevole ampliando le aree coltivate. Anche Germania e Olanda tendono ad aumentare le superfici mentre paesi tradizionalmente vocati come Spagna e Francia le stanno riducendo. La superficie coltivata ad asparago in Italia si mantiene sostanzialmente costante attorno ai 6.300 ha, per l’80% coltivati in pieno campo e per il restante 20% sotto serra, con una produzione annuale stabile sulle 44.000 t, di cui 9.000 di asparagi bianchi. La produzione è distribuita prevalentemente fra Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Campania ed è ancora poca per soddisfare la richiesta di prodotto che si sta registrando nel mondo. La Germania ha circa 20.000 ettari  e pensa di aumentare. Il consumatore tedesco preferisce l’asparago locale, che copre circa il 78% del fabbisogno tedesco. Negli USA la percentuale è opposta, l’85% del prodotto è di importazione.

Nel mondo solo Perù e Messico stanno aumentando in maniera esponenziale la produzione di asparagi, che utilizzano per soddisfare la richiesta USA e per esportare in Europa nei periodi dove le nostre produzioni sono ferme: l’asparago infatti nel nostro continente si produce per circa 4 mesi, da marzo a giugno.

I costi di impianto per l’asparago sono elevati ma la coltivazione, che entra in piena produzione al 3° anno, viene effettuata fino a 10 anni con le stesse piante. L’innovazione varietale è al lavoro per trovare varietà che allunghino il periodo di produzione, per ammortizzare meglio i costi di impianto e ricorrere sempre meno  a prodotto di importazione. I turioni dell’asparago crescono quando il terreno ha una temperatura media di 10-12 gradi. Repentini ed oscillanti cali di temperature, anche al sud Italia, hanno rallentato l’emissione dei turioni e conseguentemente l’inizio della stagione 2015, che nel 2014 invece era in forte anticipo a causa delle favorevoli condizioni climatiche. La ricerca si sta concentrando anche su metodi in coltivazione “protetta”, per anticipare la stagione anche in presenza di oscillazioni climatiche.

Per valutare le possibilità di sviluppo di questa specie e far conoscere ai consumatori il vantaggio di scegliere asparagi di qualità certificata, il 15 maggio 2015 a Malalbergo, in provincia di Bologna, si terrà un convegno internazionale al quale sono invitati le istituzioni, i produttori di asparagi e gli operatori interessati.

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· 27 aprile 2015