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Non adeguato stato di conservazione: per il settore ittico, un pericolo da non sottovalutare

Pesce

Qualche giorno fa ha destato scalpore il sequestro di oltre 500 chili di prodotti ittici congelati che stavano per essere consegnati indisturbati da un furgone ad un esercizio commerciale di Terrasini, centro alle porte di Palermo. Durante normali controlli da parte della Guardia Costiera è stata infatti riscontrata la presenza di prodotto in “non adeguato stato di conservazione” e l’assenza della documentazione necessaria che ne attestasse la provenienza.

E’ stata comminata all’azienda fornitrice una sanzione amministrativa di 1.500 € ed il sequestro dell’intero volume di prodotto, per un danno ingente che comprende anche l’inevitabile perdita di credibilità agli occhi di distribuzione e consumatore.

Ma cosa si cela in realtà dietro al termine “non adeguato stato di conservazione” di un prodotto durante il trasporto?

Ci si potrebbe appellare alla sfortuna per spiegare questi eventi ma la risposta a questa domanda si trova più realisticamente nella scarsa attenzione prestata da molte aziende italiane al controllo dei propri prodotti sensibili alla temperatura.

Una volta usciti dalle celle degli stabilimenti, vengono spesso sottovalutati i potenziali rischi per la salute determinati dalla proliferazione in queste condizioni di microrganismi patogeni all’interno dei prodotti che possono dar vita a malattie come tossinfezioni alimentari o più semplicemente i potenziali effetti disastrosi in termini di immagine e di sanzioni pecuniarie, come successo a Terrasini.

L’utilizzo dei termografi delle linee Ryan e TempTale consente di azzerare i rischi legati al non adeguato stato di conservazione dei prodotti sensibili alla temperatura.
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Ugo Mazzoni – NCX Control

· 8 luglio 2014